Il mercato ittico segna prezzi in crescita per settembre 2021 sia per molluschi che per pesci freschi di mare , dovuti alla quantità consistente di pescato effettuato nei mesi precedenti che ha diminuito la presenza dei pesci nei nostri mari. Le sarde registrano l’aumento di prezzo più significante pari al 34% in più rispetto al 2020, insieme alle vongole che sono sempre più richieste ma per le quali i pescatori hanno un limite nella quantità del pescato. Diminuisce invece il prezzo dei cefali, che a settembre si muovono in branchi numerosi, e quello della trota salmonata che ha perso presenza nel mercato per via di alcuni mangimi che non convincevano i consumatori.
L’andamento dei prezzi dei pesci freschi di mare ha risentito a settembre dell’incremento delle catture di alcune specie ittiche maggiormente presenti nel periodo autunnale, portando ad un calo mensile delle quotazioni. Per quanto riguarda molluschi, crostacei, pesci di allevamento, prodotti surgelati e conservati non si sono registrate invece variazioni significative. Rispetto allo scorso anno particolarmente rilevante è l’aumento del prezzo della sarda e la diminuzione del prezzo della trota salmonata.
Per quanto riguarda la categoria “pesci freschi di mare” le variazioni negative significative su base mensile hanno riguardato specie che, per motivazioni legate alla propria dinamica di popolazione, all’inizio dell’autunno vengono pescate maggiormente come triglie, sardine e cefali. Per i cefali, in particolare, il mese di settembre è il mese in cui si muovono in grossi branchi. La pesca delle sarde è stata anche favorita dal bel tempo, dal momento che questo tipo di attività avviene quasi esclusivamente con reti da circuizione. Osservando le oscillazioni di prezzo su base annua si nota come l’unica specie che abbia avuto una diminuzione di prezzo significativa sia stato il cefalo, probabilmente determinata da una elevata disponibilità. Sono invece numerose le specie commercialmente pregiate per le quali nell’ultimo anno il prezzo medio di vendita è aumentato in modo rilevante: dentice, pesce spada, sogliola, rombo. Chiaramente l’elevata pressione di pesca ha diminuito la presenza di questi pesci nei nostri mari. Come detto, un aumento dei prezzi molto rilevante su base annua (+34%) ha riguardato anche le sarde, probabilmente meno pescate rispetto all’anno precedente.
Nella categoria “molluschi freschi” è stato rilevante l’aumento su base annua del prezzo del polpo, questo incremento si accompagna a quelli rilevati negli altri molluschi cefalopodi (calamari e seppie). È probabile che la minor disponibilità di questa specifica tipologia di prodotto sia dovuta anche a particolari dinamiche della popolazione ittica. Un forte aumento su base annua ha interessato anche il prezzo della vongola (lupino) fresca, probabilmente dovuto ad un aumento della domanda a cui non è stato corrisposto un incremento adeguato dell’offerta, dal momento che i pescatori sono obbligati da regolamento a rispettare quote fisse nella pesca di questo prodotto. Un’importante flessione su base annua con segno meno è stata rilevata dal prezzo della trota salmonata, probabilmente in seguito ad alcune polemiche legate al tipo di mangime usato negli allevamenti che ha determinato uno scarso interesse da parte del consumatore. Vi è stato anche un significativo aumento del prezzo del persico, su base annua, legato verosimilmente ad una diminuzione delle importazioni. Anche i prezzi dei molluschi surgelati hanno subìto un incremento rilevante su base annua. Essendo composti prevalentemente da cefalopodi è probabile che tale incremento sia legato con quello registrato per i molluschi cefalopodi freschi.
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