Cia-Agricoltori Italiani chiede a gran voce di applicare il protocollo d’intesa nel settore lattiero-caseario. Le esportazioni di formaggi segnano un aumento sostanziale (+27% negli Usa nel 2021 rispetto al 2020) e si registra un incremento dei prezzi per tutta la produzione (+5,6%) principalmente per prodotti come burro e formaggi duri; eppure il prezzo del latte per gli allevatori non segna alcun aumento. Gli allevatori vendono il proprio latte sotto i costi di produzione (oltre i 43 centesimi al litro). L’appello di Cia riguarda tutti gli attori della filiera, da Assolatte alla Gdo e chiede una maggiore sensibilità per le esigenze degli allevatori.
L’accordo faticosamente raggiunto a novembre non è mai stato rispettato dagli industriali e i produttori sono allo stremo. Malgrado il lodevole impegno del ministro Patuanelli e dei dirigenti del Mipaaf, i numerosi tavoli che si sono susseguiti hanno portato al nulla di fatto e il protocollo d’intesa resta, dunque, inapplicato. A seguito dei rincari di materie prime, dei mangimi, oltre ai maggiori oneri per proteggere i lavoratori dal Covid, gli allevatori lavorano da mesi drammaticamente sotto i costi di produzione. Cia-Agricoltori Italiani chiede ad Assolatte di assumersi ora le sue responsabilità, presentando al prossimo tavolo dell’11 gennaio una posizione finalmente ragionevole. Secondo Cia, è inaudito che il prezzo del latte spot si mantenga abbondantemente sopra i 45 centesimi al litro, mentre il latte alimentare sotto contratto non superi i 39 centesimi.
Non si può permettere che le risorse del Pnrr e dei Psr finanzino un’industria che specula sulla sua base produttiva. Una corretta attuazione del regolamento sulle pratiche sleali non può consentire che i progetti di filiera e le misure regionali per l’agroindustria vadano a beneficio di chi paga il prodotto sottocosto.
a cura della redazione © Riproduzione riservata