I dati del “Caso Italia” 2022, diffusi in occasione della 9^ Giornata nazionale di Prevenzione dello spreco alimentare, ci dicono che il cibo gettato nella pattumiera di casa nel 2021 è costato ben 7,37 miliardi €, una cifra che vale il doppio di quanto ha stanziato il governo italiano per sostenere il contrasto al caro energia, e ‘pesa’ 1.866.000 tonnellate. Invece le perdite in campo ci costano 1,23 miliardi € ogni anno, lo spreco alimentare nella distribuzione costa poco più di 1 miliardo (1.060.550.483 €) e quello nell’industria poco meno (985.268.663 €). Il totale di 10 miliardi e mezzo per l’intera filiera dello spreco in Italia nel 2021 è pari a quanto si è stimato per l’investimento sulle infrastrutture nazionali.
Lo spreco di cibo nel 2021 si è consumato nelle case degli italiani ben più che sul campo o nella grande distribuzione: «per questo – spiega Andrea Segrè, fondatore della Giornata nazionale di Prevenzione dello spreco alimentare– è determinante che ogni cittadino prenda consapevolezza del valore del cibo e adotti gli accorgimenti utili a prevenire lo spreco degli alimenti, alla lista della spesa alle altre buone pratiche che ci tramanda l’economia domestica». Risale dunque lo spreco alimentare domestico, come haaccertato il report di Waste Watcher International Observatory on Food and Sustainability.
Anche il pack è importante per la prevenzione degli sprechi: «la consapevolezza dei consumatori sul ruolo dell’imballaggio nella lotta allo spreco sembra crescere – ha dichiarato il presidente CONAI Luca Ruini – Quasi un italiano su due oggi si dichiara disposto a pagare fino al 5% in più per un pack capace di conservare più a lungo un prodotto alimentare. La buona notizia è anche che un italiano su quattro dichiara di cercare informazioni sui materiali di cui l’imballaggio è composto e sul suo conferimento in raccolta differenziata: segno di una crescente attenzione alla sostenibilità».
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