Confagricoltura chiede un piano per salvaguardare l’agroalimentare italiano dal conflitto Russa-Ucraina

La guerra in Ucraina ha comportato pesanti ripercussioni sul settore agricolo italiano. Secondo Confagricoltura, i prezzi del gas e del petrolio continuano a salire e sono praticamente ferme le partenze di cereali dai porti dell’Ucraina. Sono quindi a rischio le esportazioni verso i principali mercati di sbocco costituiti da Egitto, Turchia, Indonesia e Marocco. Inoltre, il mercato internazionale dei cereali è sotto pressione, anche a causa delle stime relative alla contrazione dei raccolti in Argentina e Brasile per la carenza di piogge. E’ destinato quindi a salire il costo per l’alimentazione del bestiame che già alla fine dello scorso anno ha fatto registrare un rialzo del 30%. I future relativi al grano sono saliti in un giorno del 6%, mentre sono in calo del 2% quelli del bestiame e le autorità di Mosca hanno bloccato le esportazioni di nitrato di ammonio, che è utilizzato per la produzione di fertilizzanti. Al momento, il blocco proseguirà fino ad aprile.

Secondo il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, occorre “Un piano di emergenza per il settore agroalimentare, coordinato dalla Commissione europea, per assicurare la continuità dei cicli produttivi e garantire i rifornimenti”.

“Lo squilibrio dei mercati agroalimentari, innescato nel 2014 dall’annessione della Crimea da parte della Federazione Russa, rese necessario un intervento di sostegno del bilancio europeo di un miliardo di euro – ricorda Giansanti – La situazione e le prospettive attuali sono ben più gravi, tra aumento dei prezzi e vere e proprie carenze di produzione”.

“Vedremo in dettaglio l’elenco delle sanzioni in ambito commerciale decise dal Consiglio Europeo a cui seguiranno le scontate reazioni di Mosca. Ma i segnali che arrivano dai mercati già destano profonda preoccupazione”.

“Le sanzioni varate dalla UE riguardano anche la Bielorussia– conclude Giansanti – che ha deciso il blocco delle importazioni di prodotti agroalimentari dagli Stati membri. Sono già crollate le esportazioni di mele e pere dall’Unione”.

a cura della redazione © Riproduzione riservata

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