Produzione di cereali al ribasso per il 2022. È quanto si legge nel nuovo Bollettino sull’offerta e la domanda della FAO, che segnala come buona parte del calo interesserebbe i cereali secondari con un -16% per la produzione di mais nell’Unione Europea da attribuire a caldo e siccità. In generale, per la produzione mondiale di cereali è previsto un possibile calo dell’1,4% (38,9 milioni di tonnellate) rispetto al 2021. Per quanto riguarda il grano, invece, la FAO ha corretto le stime segnalando una produzione mondiale pari a 777 milioni di tonnellate: calo poco significativo rispetto all’anno precedente.
La situazione concernente il grano sarebbe il frutto di raccolti record attesi nella Federazione russa e delle condizioni atmosferiche favorevoli registrate nell’America settentrionale. Per la produzione mondiale di riso si prevede una flessione del 2,1 percento rispetto al record assoluto toccato nel 2021, prevalentemente sulla spinta di una distribuzione non omogenea delle precipitazioni in India e Bangladesh.
Sul fronte dell’utilizzo di cereali a livello mondiale nel 2022/2023, si stima un volume di 2 792 milioni di tonnellate, mentre le riserve mondiali di cereali, al termine della stagione 2023, sembrerebbero destinate a contrarsi del 2,1 percento, scendendo a un volume di 845 milioni di tonnellate.
Di conseguenza, nel biennio 2021/2022, si avrà un lieve decremento del rapporto mondiale tra riserve e utilizzo di cereali, che dal 30,9 percento scenderà al 29,5 percento: un livello che, a giudizio della FAO, sarà ancora relativamente alto, se considerato in una prospettiva storica.
La stima degli scambi commerciali di cereali indica nel 2022/2023 (luglio/giugno) una contrazione dell’1,9 percento rispetto al valore raccolto lo stesso anno, fino a raggiungere un volume di 469,6 milioni di tonnellate.
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