I raccolti d’uva da tavola in Europa, complice un andamento climatico favorevole, hanno raggiunto degli ottimi risultati sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo. Per quanto riguarda l’Italia i dati ISTAT indicano un’offerta 2022 valutata in circa 1.045.000 tonnellate, +3% su base annua e +2,3% rispetto alla produzione media del triennio precedente. Il clima caldo e asciutto ha influito positivamente sulla qualità organolettica delle uve (grado Brix) e sulla conservabilità del prodotto.
Il mercato risente fortemente della crisi economica legata ai prodotti energetici e alla scarsa fiducia delle famiglie europee a causa della guerra in Ucraina e al processo inflattivo in corso. La contrazione della domanda europea di uve da tavola ha determinato uno squilibrio con l’offerta e di conseguenza il mercato ha mostrato sintomi di difficoltà fin dall’inizio dell’estate 2022.
La lentezza della domanda ha costretto i produttori a rallentare il ritmo della raccolta in campo che è proceduta in concomitanza con il progredire degli ordinativi in modo da evitare per quanto possibile la frigoconservazione e i costi connessi.
La prima parte dell’attuale campagna commerciale delle uve è stata caratterizzata da un’offerta abbondante e i prezzi all’origine – ossia al cancello dell’azienda agricola – sono in flessione sia rispetto al 2021 sia rispetto al prezzo medio del triennio 2018-2020, ma non mancano eccezioni per alcune varietà o alcune piazze che mostrano variazioni positive rispetto alle campagne precedenti.
Quest’anno i flussi di prodotto in uscita dal nostro Paese sono attesi in contrazione rispetto a quelli degli ultimi anni a causa sia della riduzione dei consumi in molti Paesi europei sia della maggiore pressione competitiva di Grecia e Spagna.
I dati delle vendite al dettaglio di uve da tavola nel periodo gennaio-agosto 2022 indicano una netta flessione degli acquisti, pari a circa il 10% su base annua. In termini di spesa la flessione è molto inferiore a quella dei volumi a causa del rincaro del prezzo medio.
Il prosieguo della campagna 2022 non sembra prospettare alcun miglioramento. I quantitativi di prodotto disponibile sono ancora ingenti, i consumi ristagnano e di conseguenza i prezzi all’origine appaiono destinati a mantenersi sugli attuali valori che non sono particolarmente elevati. Anche le previsioni relative al saldo della bilancia commerciale delle uve da tavola non sono ottimistiche, in
quanto il contesto europeo e internazionale non appare particolarmente recettivo.
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