L’export del Made in Italy alimentare cresce del 14%

La richiesta di Made in Italy e dei prodotti base della dieta mediterranea cresce nel mondo segnando nuovi record nelle esportazioni di frutta, verdura, pasta, olio extravergine di oliva e vino. Nonostante le preoccupazioni per la guerra e l’inflazione crescente, secondo l’analisi Coldiretti, si segnala un +14% nell’export dei prodotti italiani nel mondo. L’analisi è stata presentata in occasione dell’anniversario del riconoscimento Unesco del 16 novembre 2010.

Con la tutela Unesco è cresciuta nel mondo la consapevolezza del valore della dieta mediterranea e con essa anche la domanda dei prodotti Made in Italy con un balzo del +14% in media e incrementi importanti per i singoli prodotti che vanno dal +33% per la pasta al +23% per l’extravergine di oliva, dal +13% per il vino al +8% per la frutta e verdura fresche e conservate. Un risultato importante spinto dall’iscrizione della dieta mediterranea nella lista del patrimonio culturale immateriale dell’umanità da parte dell’Unesco anche grazie agli studi dello scienziato americano Ancel Keys che per primo ne ha evidenziato gli effetti benefici dopo aver vissuto per oltre 40 anni ad Acciaroli in provincia di Salerno.

Una ricchezza del Paese che è stata eletta migliore dieta al mondo del 2022 sulla base del best diets ranking elaborato dal media statunitense U.S. News & World’s Report’s. Una vittoria ottenuta grazie agli effetti positivi sulla longevità e ai benefici per la salute, tra cui proprio la perdita e il controllo del peso, oltre a salute del cuore e del sistema nervoso, prevenzione del cancro e delle malattie croniche, prevenzione e controllo del diabete.

L’alimentazione all’italiana risulta dunque la migliore soprattutto dal punto di vista della salute dell’organismo è inoltre la dieta più facile da seguire e primeggia anche per quanto riguarda le diete a base vegetale e in quelle per chi vuole mangiare sano. Un primato che trova un riscontro pratico nel fatto che l’alimentazione degli italiani basata sui prodotti della dieta mediterranea come pane, pasta, frutta, verdura, carne, olio extravergine e il tradizionale bicchiere di vino consumati a tavola in pasti regolari ha consentito una speranza di vita tra le più alte a livello mondiale pari a 80,1 anni per gli uomini e 84,7 per le donne, tornata a crescere dopo la brusca inversione di tendenza imposta dalla pandemia.

Un successo minacciato dalle difficoltà determinate dalla guerra e dai rincari energetici con i costi crescenti di produzione che non vengono coperti dai prezzi di vendita ma anche dai bollini allarmistici a semaforo che alcuni Paesi, dalla Gran Bretagna al Cile alla Francia, stanno applicando su diversi alimenti della dieta mediterranea sulla base dei contenuti in grassi, zuccheri o sale.

“I sistemi di etichettatura nutriscore e a semaforo sono fuorvianti, discriminatori ed incompleti e finiscono per escludere paradossalmente dalla dieta alimenti sani e naturali che da secoli sono presenti sulle tavole per favorire prodotti artificiali di cui in alcuni casi non è nota neanche la ricetta” afferma il presidente di Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che “si rischia di promuovere cibi spazzatura con edulcoranti al posto dello zucchero e di sfavorire elisir di lunga vita come l’olio extravergine di oliva considerato il simbolo della dieta mediterranea, ma anche specialità come il Grana Padano, il Parmigiano Reggiano ed il prosciutto di Parma le cui semplici ricette non possono essere certo modificate”.

a cura della redazione © Riproduzione riservata

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