Agricoltura e turismo in difficoltà per mancanza di neve

Il caldo anomalo mette in ginocchio il turismo invernale, soprattutto a causa della mancanza di neve dovuta alla temperatura di 2,09 gradi superiore rispetto alla media (2,54 gradi in più nel centro Italia e 2,65 gradi nel mezzogiorno). Secondo l’analisi Coldiretti, sulla banca dati aggiornata Isac Cnr, 2022 si classifica così come l’anno più bollente dal 1800, mettendo a rischio non solo l’economia turistica ma anche le coltivazioni che, ingannate da una finta primavera, si sono predisposte a fioriture anomale.

La mancanza di precipitazioni e le temperature troppo alte per l’innevamento artificiale hanno provocato la chiusura di molti  impianti, che è destinata ad avere effetti non solo sulle piste da sci ma sull’intera economia che ruota intorno al turismo invernale che ha un valore stimato prima dell’emergenza Covid tra i 10 e i 12 miliardi di euro all’anno tra diretto, indotto e filiera, dall’alloggio alla ristorazione, dagli agriturismi ai rifugi fino alle malghe con la produzione dei pregiati formaggi.

Se le piste da sci nel centro Italia sono deserte con un pesante danno per l’economia locale, la mancanza neve in questa stagione crea difficoltà anche per l’agricoltura secondo il vecchio adagio contadino “sotto la neve il pane”. L’annunciato arrivo del maltempo, con piogge diffuse e nevicate copiose sulle Alpi e sugli Appennini, salva dunque dalla siccità, ma il rischio concreto è che nelle prossime settimane le repentine ondate di gelo notturno brucino fiori e gemme di piante e alberi, con pesanti effetti sui prossimi raccolti futuri. 

Si accentua la tendenza al surriscaldamento in Italia dove la classifica degli anni più roventi negli ultimi due secoli si concentra nell’ultimo decennio e comprende nell’ordine dopo il 2022 il 2018, il 2015, il 2014, il 2019 e il 2020. Il cambiamento climatico è stato accompagnato da una evidente tendenza alla tropicalizzazione che si manifesta con una più elevata frequenza di eventi violenti, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, con sbalzi termici significativi. L’agricoltura è l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici con i danni provocati dalla siccità e dal maltempo che hanno già superato quest’anno i 6 miliardi di euro.

a cura della redazione © Riproduzione riservata

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui