Duecento novanta pagine arricchite da immagini professionali di Agricola Multimedia e dalle prestigiose prefazioni di: Donato Lanati (enologo), Alessandro Masnaghetti (mappatore/cartografo e divulgatore scientifico), Alfredo Frixa (geologo e sedimentologo), Daniele Guaschino (sommelier Ais), Corrado Calvo (presidente Fonazione Ecomuseo della Pietra da Cantoni), Andrea Desana (Centro di Documentazione delle Doc) e Pier Luigi Buscaiolo (direttore de Il Monferrato). Una guida che, in evoluzione all’esperienza del giornalista Carlo Beltrame (autore, nel 1992, della prima edizione di Andar per vini in Monferrato), contiene la storia e la filosofia/visione dei vigneron soci del Consorzio di tutela vini Colline del Monferrato Casalese, con una scheda dedicata alle produzioni di eccellenza, agli awards, all’offerta e alla geologia, per concludersi con una sezione aperta ai Consorzi di tutela: vini d’Acqui, Barbera d’Asti e vini del Monferrato, Colli Tortonesi, Gavi e Ovada docg, unitamente all’elencazione dei rispettivi soci.
“La vite e il vino sono occasioni di lavoro e, in qualche misura, di ricchezza” scriveva ai tempi Beltrame; “fanno parte del paesaggio e della vita quotidiana, anche, di coloro che operano in settori diversi dall’agricoltura”. “Il 2024 è stato testimone di una speciale congiunzione astrale” aggiunge il direttore Buscaiolo, ovvero: “il riconoscimento di Città europea del Vino al Gran Monferrato e Alto Piemonte, il centenario dalla morte di Federico Martinotti (originario di Villanova Monferrato), i 10 anni di Paesaggio Vitivinicolo Langhe- Roero e Monferrato con il Monferrato degli Infernot per il nostro territorio e il cinquantennale della doc Grignolino del Monferrato Casalese.
Tanti stimoli per una nuova edizione dedicata al vino e a chi lo crea”. A parlare di “una storia di straordinaria fertilità e di personalità fondamentali del Monferrato” è lo stesso Desana, figlio del “padre delle doc” Paolo Desana ricordando, tra gli altri, i cosiddetti “quattro moschettieri della doc”, quali furono: Federico Martinotti, Arturo Marescalchi, Giuseppe Antonio Ottavi e Paolo Desana. “Il merito di Martinotti non fu solo quello di progettare serbatoi capaci di mantenere la pressione” ricorda Lanati; “a lui andò il geniale intuito di individuare un metodo fisico che, rispettoso della qualità del vino, arrestasse la fermentazione alcolica, ovvero: il freddo”.
Un contributo trasversale lo fornisce, invece, Masnaghetti riflettendo su un Monferrato articolato, ma unico; mentre Frixa riporta il lettore alle milionarie origini marine del Monferrato. A soffermarsi su: consapevolezza, qualità e identità è Guaschino, confidando in un futuro di energia, entusiasmo e conoscenza per un Monferrato dai vini sempre più di qualità e identità. Infine, Calvo pone in evidenza l’imprescindibile binomio tra: vino e Pietra da Cantoni. “Quando il direttore ci chiese di occuparci di questa guida, fu, da subito, un percepito di onore e onere allo stesso tempo” commentano Chiara Cane (giornalista e sommelier oltre che ufficio stampa del Consorzio di tutela e di Enosis) e Ugo Bertana (giornalista, cultore del Grignolino e vigneron). “Il nostro Monferrato è puntellato di bellezza paesaggistica, nonché di storia e cultura enoica senza pari che, grazie ad illuminati viticoltori, sta accrescendo di valore e di prestigio, riconquistando un’identità sua propria, forte di un importante passato e di un promettente futuro, caratterizzato dal claim: less is more”.
La guida, realizzata con contributo delle Fondazione Cassa di Risparmio di Torino e Cassa di Risparmio di Alessandria, è frutto di un lavoro complesso e didascalico cesellato dall’abile tocco dei nostri grafici, per tradursi in uno strumento utile per tecnici, neofiti, appassionati e/o, semplicemente, amanti del Monferrato. Attualmente in omaggio per gli abbonati de Il Monferrato; presto, in libreria.