Bestpratice: ecco i finalisti del Premio Vivere a #sprecozero 2024

Vivere a spreco zero è, o dovrebbe essere, una “rivoluzione alla portata di tutti”, come esorta il Premio che festeggia quest’anno la sua 12^ edizione, nato sulla consapevolezza che solo la replica convinta di buone pratiche salverà il pianeta. Con cinque categorie legate ad alcune delle questioni più urgenti del nostro tempo ecco dunque il Premio Vivere a #sprecozero 2024, e i suoi finalisti, Una selezione di buone pratiche disseminate in tutta Italia, specchio dell’impegno sociale per lo sviluppo sostenibile.

Come spiega Andrea Segrè, direttore scientifico del Premio e fondatore della campagna pubblica di sensibilizzazione Spreco Zero che lo promuove, «è tardi per tirarsi indietro. Le future generazioni ci stanno guardando.

D’altra parte Vivere a #sprecozero è anche una bella sferzata d’ottimismo: dimostra spesso che quello che dovremmo o vorremmo fare è possibile, anzi esiste già. A volte basta solo guardarsi intorno, e replicare l’esistente».

Curato da Luca Falasconi per il Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agroalimentari dell’Università di Bologna con il coordinamento di Anna Barbero. il Premio è sostenuto da un pool di aziende sensibili ai contenuti dell’iniziativa: Natura Nuova, Conad, Italia Zuccheri Coprob, Eni, Camst.

Biodiversità: la varietà è futuro

In questo terzo millennio la natura viene distrutta a un ritmo da cento a mille volte più veloce della media degli ultimi 10 milioni di anni, in conseguenza dell’attività umana, e la perdita di biodiversità è indicata fra le cause scatenanti di epidemie virali (come quella del covid-19).

Rispettare la biodiversità è essenziale per guardare con fiducia al nostro futuro. Per questo la campagna Spreco Zero, in sinergia con Natura Nuova, punta l’attenzione sulla necessità di promuovere le buone pratiche legate al rispetto della biodiversità. Ecco le due che sono in finale al Premio Vivere a #sprecozero 2024: innanzitutto la Rete dei Frutteti della Biodiversità promossa attraverso una convenzione fra la Regione Emilia-Romagna e Arpae.

Si tratta della prima Rete dei Frutteti della Biodiversità mai realizzata in Italia, costituita da 8 giardini/frutteti dove si conservano i gemelli delle piante da frutto più antiche della regione: esemplari che non hanno neppure bisogno di trattamenti antiparassitari. Secondo finalista è il progetto Biodiversità Sardegna per la Conservazione, tutela, valorizzazione e diffusione delle risorse genetiche locali, promosso dalla Regione autonoma della Sardegna.

Un portale e insieme un network di condivisione delle azioni utili in tema di biodiversità, dai Centri di orientamento varietale alle attività di comunicazione, al progetto MiBios per la valorizzazione della microbiodiversità locale di interesse agricolo ed alimentare.

Acqua: strategie per il pianeta assetato.

Dal risparmio idrico, dall’agricoltura verticale e acquaponica, le soluzioni che permettono di prevenire gli sprechi idrici e ottimizzare la disponibilità dell’acqua sulla Terra e fronteggiare la crisi climatica. La categoria “acqua” del Premio Vivere a #sprecozero non smette di sorprendere per l’efficacia della creatività tecnologica messa in campo dalle buone pratiche selezionate.

Due i finalisti 2024 per la categoria sostenuta da Italia Zuccheri Coprob: The Circle è il più grande impianto d’acquaponica d’Europa, com’è noto per ‘acquaponica’ si intende una agricoltura mista ad allevamento sostenibile basata su una combinazione di acquacoltura e coltivazione idroponica.

In un sistema acquaponico l’acqua delle vasche per acquacoltura viene pompata in quelle idroponiche, in modo che le piante che vi si trovano possano filtrarla sottraendo le sostanze di scarto dei pesci, e traendone contemporaneamente nutrimento. L’acqua così filtrata potrà quindi essere reimmessa nelle vasche per acquacoltura e riprendere il suo ciclo. The Circle non produce rifiuti né emissioni, è non solo a impatto zero, ma a impatto positivo.

Prevede infatti una produzione per ettaro doppia rispetto alla norma, con un risparmio annuale di emissioni di CO di 33.000 kg e un risparmio di 135 litri d’acqua per kg di prodotto. Non utilizza diserbanti, fertilizzanti di sintesi e antiparassitari e aumenta la velocità di crescita delle piante coltivate. Food and Energy Solutions.

Seconda best practice finalista è Hexagro Hexagro, l’orto urbano verticale. La startup milanese, fondata nel 2013, e presentata alla Design Week 2022 punta sul modello del living farming tree, ovvero dell’orto urbano verticale, digitalizzato e automatizzato che permette di avere cibo di alta qualità a chilometro zero, anzi, direttamente nel salotto.

Scuole per lo sviluppo sostenibile

Ecco come le studentesse e gli studenti di tutta Italia ci danno il loro esempio in vista del traguardo 2030, Obiettivi di sviluppo sostenibile. Sono quattro i progetti finalisti della categoria Scuole 2024:, sostenuta da Conad Il programma Food Game è una proposta triennale per studenti delle scuole superiori del territorio ATS Milano. e si articola come un gioco a squadre i cui temi spaziano dalla promozione di una sana alimentazione, ai vantaggi di una vita attiva alla correlazione tra stile alimentare e consumo delle risorse naturali (sostenibilità).

I social network hanno un ruolo determinante nel programma. L’aperitivo antispreco dei bambini ai Giardini Estensi ha invece coinvolto circa 300 persone tra bambini e famiglie degli IC Varese 4 e Varese 5: l’evento ha chiuso un anno di lavoro sull’alimentazione nelle scuole di Varese.

Il Progetto contro lo spreco alimentare della classe 4C della scuola primaria Gasparini del Comune di Concordia sulla Secchia ha realizzato, grazie al CEAS Tutti per la Terra, un ricettario antispreco per favorire una cultura appropriata del cibo, del suo consumo e della sua conservazione e recupero. Infine si intitola Zero sprechi, Solidarietà e Ambiente il concorso per le Scuole secondarie di primo grado dell’Umbria, che ha coinvolto molti studenti sul filo rosso “Umbria che sì, Umbria che no – Rispettiamo il cibo combattiamo lo spreco”.

Una proposta di Zero Sprechi – progetto 0 Waste contro lo Spreco alimentare.

Associazioni: cittadinanza attiva per un pianeta

#sprecozero Associazioni di cittadini per lo sviluppo sostenibile, ecco i due finalisti della categoria Associazioni 2024, sostenuta da Camst: il progetto Pasta e Fagioli… con l’Olio – La Dieta Mediterranea Ti fa bene nasce in Sicilia attraverso la Legge Regionale 12/2022 per la valorizzazione della Dieta Mediterranea come simbolo dell’identità dell’Isola, e sottolinea l’importanza di uno stile di vita salutare.

Il progetto, coordinato da Francesco Cancellieri, è della Associazione FuturiCittadiniResponsabili.

Merenda sana e sostenibile ha invece realizzato la consegna di quasi 2500 porta merenda distribuiti a tutti gli studenti dei comuni di Scandiano e Viano – Reggio Emilia: riduzione dei rifiuti, consumo consapevole e alimentazione sana e sostenibile sono gli obiettivi del priogetto che ha anche promosso l’educazione all’alimentazione sana grazie al CEAS Terre Reggiane Tresianro Secchai,, con il contributo di IREN .Merenda Sana e sostenibile.

Raccontare e divulgare la sostenibilità è un modo meritorio per connetterci agli Obiettivi dell’Agenda 2030: è questa la più recente categoria del Premio Vivere a #sprecozero, e con naturalezza può ispirare le nostre letture offrendo spunti, idee, soluzioni per sentirci in armonia con il pianeta. Ecco i libri finalisti della categoria Saggistica, Pagine di sostenibilità 2024, a cura di Daniela Volpe, promossa con il sostegno Eni.

“Come essere un buon antenato”, di Roman Krznaric (Edizioni Ambiente, 2023 – traduzione Laura Coppo e Diego Tavazzi) ci spiega che agiamo pensando al qui e ora, mai al dopo. In questa epoca dominata dalla tirannia dell’adesso, tutto sembra correre per farci dimenticare che le conseguenze delle nostre azioni possono durare per centinaia di anni. Un’ossessione per l’immediatezza che rischia di costare cara sia a noi sia a chi verrà dopo, alimentando le grandi crisi della nostra era.

Da quella ambientale a quelle sociali ed economiche. Perché abbiamo smesso di guardare al domani? Possiamo ancora diventare buoni antenati? Attingendo dalle tradizioni dell’antichità e dalle esperienze di innovazione radicale in tutto il mondo, Roman Krznaric racconta com’è possibile riacquisire e rafforzare la capacità di immaginare il futuro e reinventare la democrazia, la cultura e l’economia.

E garantire così un mondo migliore alle generazioni che verranno.

“Non è la fine del mondo.

Come possiamo costruire un pianeta sostenibile”, di Hannah Ritchie (Aboca, 2024) ha un approccio pragmaticamente ottimista: saremo la prima generazione a lasciare il mondo in uno stato migliore di come lo abbiamo trovato.

La maggior parte dei giovani oggi avverte una forte incertezza nei confronti del futuro. È un sentimento che può arrivare a essere devastante e può toccare tutti, a prescindere dalle condizioni di benessere in cui uno vive.

Hannah Ritchie si sentiva così, minacciata e impaurita, angosciata dall’idea che questo pianeta non avesse un futuro. Per sopravvivere, ha messo in campo tutte le sue doti di ricercatrice accademica iniziando a raccogliere ed elaborare dati a supporto di una nuova tesi: lungi dall’essere l’ultima generazione che vivrà sulla Terra, i giovani di oggi hanno la possibilità concreta di diventare la prima generazione nella storia dell’umanità a raggiungere effettivamente la sostenibilità, lasciando il mondo in uno stato migliore di come lo hanno trovato.

Con questo libro audace e radicalmente pieno di speranza, ricco di studi, indicazioni pratiche e grafici illuminanti, Ritchie ci aiuterà ad allargare lo sguardo e a riconsiderare quasi tutto ciò che ci è stato detto sull’ambiente e la crisi climatica, sfidando l’idea, comunemente accettata, che i primi esseri umani vivessero in modo sostenibile in contrapposizione allo stile di vita contemporaneo, ritenuto intollerabile per il proprio impatto sull’ecosistema.

“Mangiare come Dio comanda”, di Elisabetta Moro e Marino Niola (Einaudi, 2023) ricorda che se l’uomo è ciò che mangia, Dio non è da meno. Perché in realtà, attraverso le sue scelte alimentari, ogni popolo costruisce simultaneamente l’immagine di sé e quella della divinità. In questo senso il cibo, proprio in quanto carburante della storia, è anche la materia prima della religione. E le norme alimentari sono il fondamento di quelle morali, più che la loro conseguenza.

Specie commestibili e alimenti proibiti, i tempi e le modalità della cottura, le regole della produzione e le prescrizioni del consumo, la convivialità e la comunione, la salute e la salvezza, lo scambio, le forme del sacrificio, la disciplina della macellazione animale sono sempre al confine tra liturgia e gastronomia.

Si tratta di quel «mangiare come Dio comanda» che fa di ogni regime alimentare una religione nascosta.

“La vita non è una corsa. Le quattro pause che fanno guadagnare salute e giovinezza” di Eliana Liotta (La nave di Teseo, 2024) offre una full immersion nella sostenibilità personale. Perché le pause sono la chiave, l’unica, per ritrovare energia e sono anche la strada per sperare di vivere bene e a lungo.

Dosarle può ridurre il rischio di cancro, di infarti, di diabete, di demenze. Può regalare creatività, puntellare la memoria, proteggere dalle decisioni avventate.

Allontanare la stanchezza e l’ansia. In certi casi rendere magri, spesso sereni, perfino più giovani. Risucchiati dal vortice dell’urgenza, dalla smania di riempire ogni buco delle nostre giornate, dal terrore della noia, abbiamo smesso di cercare un ristoro profondo, dormiamo poco, riflettiamo a stento.

In questo saggio Eliana Liotta, insieme agli specialisti dell’Università e dell’Ospedale San Raffaele di Milano, disegna un percorso di soste possibili, per imparare a rispettare i tempi del nostro corpo e della nostra mente. Conoscere e rispettare queste pause è una ricetta facile, economica ed efficace per ritrovare l’equilibrio di cui il nostro corpo ha bisogno.

“Laudate Deum. Esortazione apostolica a tutte le persone di buona volontà sulla crisi climatica” ci riporta alla autorevolissima parola di Papa Francesco, Jorge Mario Bergoglio (San Paolo Edizioni, 2023).

«Mettiamo fine all’idea di un essere umano autonomo, onnipotente e illimitato… Perché un essere umano che pretende di sostituirsi a Dio diventa il peggior pericolo per sé stesso».

Sono queste le parole di chiusura dell’esortazione apostolica. Con questo documento, papa Francesco sfida la coscienza sociale a ricercare un nuovo rapporto tra uomo e ambiente; tocca l’equilibrio tra la natura con i suoi ritmi e la cultura con le sue idee e i suoi scenari sociali.

Ogni volta che si separa la natura dalla cultura, le grandi civiltà si sgretolano e le paure prendono un volto nuovo nella storia. Francesco ci dice che in concreto e nel piccolo occorre bonificare le moltissime aree inquinate: mari, fiumi, le falde acquifere, l’inquinamento dell’aria delle città, la terra dei fuochi e così via.

Ma non c’è bonifica ambientale che non coinvolga le relazioni tra persone e Stati e un’idea di giustizia ispirata dai principi di uguaglianza e di solidarietà. È da qui che parte l’esortazione. Un testo per smuovere le coscienze e le anime degli uomini. Guida alla lettura di Francesco Occhetta.

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