ENEA ha messo a punto un processo per produrre biochar da scarti di potatura della vite nell’ambito del progetto internazionale “REVINE”[1], finanziato con circa 1,5 milioni di euro, che coinvolge quindici partner dell’area mediterranea, tra cui ENEA e CREA in Italia.
Dalla degradazione termica delle biomasse, insieme ai gas di sintesi utilizzati per scopi energetici, i ricercatori ENEA hanno ottenuto il biochar, un prodotto carbonioso che migliora la fertilità del terreno, alla base di una pratica agronomica ambientalmente sostenibile per la salute del suolo e la produttività delle piante. Il biochar è prodotto negli impianti del Centro Ricerche ENEA di Trisaia (Matera), sia in scala di laboratorio che in scala pilota, per essere poi impiegato in viticoltura in condizioni controllate e in pieno campo. I ricercatori hanno anche studiato l’effetto del biochar sui microrganismi del suolo.
L’obiettivo principale del progetto, che si concluderà quest’anno, è quello di aumentare la resilienza dei vigneti mediante sistemi agricoli rigenerativi che preservano la biodiversità e la fertilità del suolo, riducendo il consumo di acqua e l’impiego di fertilizzanti chimici e pesticidi. I risultati scientifici del progetto potranno essere trasferiti nelle pratiche di coltivazione e gestione delle aziende produttrici di uve da tavola e vitivinicole che partecipano al progetto.
“I risultati del progetto fin qui ottenuti hanno dimostrato che il biochar agisce sul benessere delle piante e sulla resistenza agli stress, dunque sulla produttività. Le analisi sul microbioma del suolo e sulle piante coltivate hanno fornito informazioni importanti per una migliore comprensione dei meccanismi che determinano l’azione del biochar e la sua efficacia. Inoltre, l’analisi del ciclo di vita ha messo in evidenza come la produzione e lo stoccaggio del biochar nel terreno siano pratiche efficaci per migliorare il bilancio carbonico”, spiega la responsabile del progetto REVINE per ENEA, Fiammetta Alagna, ricercatrice del Dipartimento Tecnologie energetiche e fonti rinnovabili.
La viticoltura è un’attività agricola estremamente sensibile alle malattie e alle avversità climatiche, a causa delle quali viene generalmente effettuato un elevato numero di trattamenti con pesticidi e fertilizzanti per mantenere elevati standard di qualità e produttività. Queste pratiche hanno un notevole impatto sull’ambiente e sulla salute. Il cambiamento climatico contribuisce, purtroppo, ad esacerbare queste problematiche. Migliorare la sostenibilità in agricoltura è quindi una necessità. Il biochar può essere uno strumento appropriato per migliorare la resilienza dei vigneti e contribuire a mitigare il riscaldamento globale attraverso il sequestro di carbonio nel suolo.
“ENEA ha una solida esperienza nel trattamento termico delle biomasse per la produzione di energia a basso impatto ambientale e negli studi genomici. Grazie a REVINE, abbiamo consolidato la collaborazione con partner di livello internazionale, attivando scambi di ricercatori e studenti. Le conoscenze acquisite nel corso del progetto potranno essere utilizzate per lo sviluppo di biochar di nuova generazione per rispondere in maniera calibrata alla diversa natura dei suoli e delle piante coltivate”, conclude Alagna.
Fonte: (www.media.enea.it)